UN OBBIETTIVO COMUNE: L’EDUCAZIONE Sia la famiglia che la scuola hanno come preoccupazione costante l’educazione dei propri ragazzi. Pertanto, la scuola non può fare a meno della collaborazione delle famiglie, come le famiglie non possono fare a meno della scuola. Non è vero che la famiglia deve pensare esclusivamente all’educazione mentre la scuola all’istruzione. Sia scuola che in famiglia si impara a diventare persone mature, capaci di scelte e di relazioni libere e responsabili.

UN RAPPORTO SPESSO PROBLEMATICO Tuttavia è facile osservare che ultimamente il rapporto di fiducia tra famiglia e scuola si è incrinato. Accade spesso che i genitori, di fronte a qualche difficoltà scolastica del figlio, non riconoscano il giudizio dell’insegnante, oppure ritengano che il proprio ragazzo sia ingiustamente o eccessivamente punito per un comportamento scorretto. Altre volte criticano il lavoro dell’insegnante, mettono in dubbio che sappia tenere la disciplina, che sia preparato, che sappia spiegare ecc. Queste critiche (che potrebbero, beninteso, in alcuni casi, anche essere ragionevoli e fondate) si amplificano nel gruppo dei genitori e diventano spesso un peso che grava sull’insegnante e sulla scuola. Oltretutto, se vengono fatte in presenza dei figli, sono critiche che distruggono il rispetto dei propri docenti mettendone in discussione il ruolo e l’autorità.

IL PATTO EDUCATIVO Per evitare questi fenomeni, la nostra scuola propone alle famiglie di sottoscrivere il cosiddetto “patto educativo” tra scuola e famiglia in cui si delineano gli atteggiamenti e i comportamenti da tenere, da entrambe le parti, per garantire ai ragazzi la migliore formazione possibile. Si chiede pertanto di rinnovare la fiducia che la famiglia accorda alla scuola al momento di iscrivere il proprio figlio/a, la condivisione del Progetto formativo e del Regolamento disciplinare, e soprattutto un atteggiamento di ascolto reciproco e dialogo costruttivo.

LE ASPETTATIVE DELLE FAMIGLIE La nostra scuola conosce le aspettative delle famiglie che decidono di iscrivere da noi i propri figli. Pertanto mettiamo in atto tutte le iniziative possibili per non deluderle. Spesso però le “delusioni” avvengono per una incomprensione di fondo: ad esempio, accade che i genitori non comprendano che attraverso un provvedimento disciplinare la scuola non intende semplicemente punire o addirittura frenare il percorso scolastico dell’alunno. A scuola, come in famiglia, i provvedimenti disciplinari sono sempre uno strumento, usato a malincuore, per far prendere coscienza di un comportamento sbagliato e per insegnare qualcosa al ragazzo.

L’ALUNNO COME SOGGETTO ATTIVO Nel patto educativo si delinea oltretutto una collaborazione che non vede il ragazzo come oggetto passivo, messo sotto la tutela della famiglia, da una parte, e della scuola dall’altra: ma come un soggetto attivo, partecipe e consapevole del proprio percorso di formazione, capace di dialogare da persona matura con gli adulti.

LE FAMIGLIE NELLA VITA DELLA SCUOLA Le famiglie sono invitate a partecipare agli incontri di formazione scuola-famiglia che si tengono nel corso dell’anno per condividere problemi e aspettative, apprendere i progetti della scuola, costruire il dialogo e la fiducia reciproca.  Rappresentanti dei genitori sono anche chiamati a partecipare al Consiglio di istituto e ai Consigli di classe, interessandosi non solo ai problemi dei propri figli, ma anche di quelli della scuola. Altre iniziative per essere coinvolti nella vita della scuola sono la cena di fine anno scolastico, le messe di inizio e fine anno e la festa degli ex alunni. Da non dimenticare, poi, l’Accademia “Marsilio Ficino”, a cui i genitori possono iscriversi per collaborare alla realizzazione di progetti educativi e culturali e per offrire il proprio contributo professionale in attività come il Laboratorio teatrale, le conferenze, i convegni, le cene ecc.